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Phryma leptostachya

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Phryma leptostachya
Phryma leptostachya
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaPhrymaceae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineLamiales
FamigliaVerbenaceae
TribùPhrymeae
Hogg, 1858
GenerePhryma
L., 1753
SpeciePhryma leptostachya
Nomenclatura binomiale
Phryma leptostachya
L., 1763

Phryma leptostachya L., 1753 è una specie di piante spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Phrymaceae. Phryma leptostachya è anche l'unica specie del genere Phryma L., 1753, mentre il genere è l'unico della tribù Phrymeae Hogg, 1858.[1][2]

Il nome generico (Phryma) potrebbe derivare dal nome greco-latino "Phyrama" per un non meglio identificato composto della resina di un albero nord-africano.[3] L'epiteto specifico (leptostachya) deriva da due parole: "lepto" (= piccolo, snello)[4][5] e "stachus" (= spiga di grano)[6][7], quest'ultimo nome greco è stato usato da Dioscoride (Anazarbe, 40 circa – 90 circa), medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone, per piante come l'ortica bianca o il lamio.

Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum, Edition 2 - 2: 838. 1763" del 1763.[8] Il nome del genere è stato definito da Linneo nella pubblicazione "Species Plantarum - 2: 601. 1753"[9] del 1753.[10] Il nome della tribù è stato definito dal botanico ingleseThomas Hogg (1777-1855) nella pubblicazione "Vegetable Kingdom, The; or, the Structure, Classification, and Uses of Plants, Illustrated upon the Natural System... with Upwards of Five Hundred Illustrations. London" del 1858.[2][11][12]

Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori
  • Il portamento di questa specie è erbaceo perenne. La pubescenza di questa pianta è formata da peli semplici e da minute ghiandole.[1][13][14][15][16]
  • La parte sotterranea della pianta consiste in rizomi verticali non aromatici, colorati di marrone e un po' carnosi. Le radici sono secondarie da rizoma.
  • Il fusto è eretto, normalmente non è ramificato, affusolato alla base, ma a sezione quadrangolare nella parte alta a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici. Sopra i nodi inferiori il fusto è rigonfio, mentre sui nodi è pubescente.
  • Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo opposto e sono picciolate. La lamina ha delle forme da ovate a ovato-ellittiche con margini grossolanamente e spesso doppiamente da dentati a crenati. L'apice è acuminato. La base delle foglie inferiori è bruscamente attenuato. La superficie è percorsa da venature (da 5 a 7) a forma pennata. Le stipole sono assenti. Lunghezza del picciolo: 2 – 4 mm: Dimensione delle foglie: larghezza 1,5 – 5 cm; lunghezza 3 – 10 cm.
  • Le infiorescenze sono di tipo racemoso (a grappolo e lasse) sia in posizione ascellare che terminale. I fiori, da 20 a 40 per infiorescenza a disposizione alterna/subopposta, sono brevemente pedicellati oppure subsessili con una bratteola. L'asse fiorale è ispido. Lunghezza dell'infiorescenza: 15 – 35 cm. Lunghezza della brattea: 2 – 3 mm.
  • I fiori sono ermafroditi zigomorfi e tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (i verticilli del perianzio hanno 5 elementi). I fiori sono inoltre ipogini e quando portano il frutto diventano penduli, nettamente reclinati.
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
x K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), supero, capsula.
  • Il calice, zigomorfo e gamosepalo, è formato da un tubo campanulato terminante con 5 lobi: i tre posteriori hanno delle forme subulato-uncinate; i due anteriori hanno delle forme triangolari. La superficie, sparsamente ispida, in corrispondenza dei lobi è percorsa da 5 coste (non sono presenti angoli o ali). Il calice persistente può essere accrescente alla fruttificazione. Lunghezza del calice: 4 - 5 mm.
  • La corolla gamopetala è tubolosa (cilindrica o imbutiforme) e fortemente bilabiata (zigomorfa) con un tubo corto e struttura 2/3. Il labbro posteriore è smarginato, quello anteriore è più lungo e grande, più o meno orizzontale ed è formato da tre lobi. Il colore della corolla varia da bianco a lavanda, ma anche rosa. Lunghezza della corolla: 5 - 7 mm.
  • Il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati) ed ha un ovario supero con placentazione basale e forme oblunghe. L'ovario inoltre è mono-loculare, mono-ovulare con ovuli emitropi (con nocella ricurva), tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule[17]), eretti e ortotropi. Lo stilo, glabro e persistente (dopo la scissione della corolla ma non alla fruttificazione), è filiforme e unico inserito all'apice dell'ovario con stigma bilobo (i due lobi non sono uguali). Lunghezza dell'ovario: 2 mm.
  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) o il vento (impollinazione anemogama).[1]
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat

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La distribuzione di questa specie è relativa al Nord America e Asia (dall'Himalaya alla Manciuria, Siberia, Giappone e Vietnam).

La famiglia di appartenenza di questa specie (Phrymaceae) comprende 13 generi con meno di 200 specie[18][19] La tribù Phrymeae è una delle tribù nella quale è divisa la famiglia.[1]

La posizione tassonomica di questa specie più volte è stata modificata nel corso del tempo. Mentre alcuni botanici (classificazione di Engler e Diels, oppure di Wettstein e Rendle) hanno circoscritto Phryma leptostachya nella famiglia Phrymaceae (ordine delle Tubiflorae) comprendente il solo genere Phryma sottolineando i caratteri peculiari e distintivi del gineceo, altri (Bentham, Hooker, Hallier e Hutchinson) hanno incluso la specie nella famiglia delle Verbenaceae giustificando il fatto che il gineceo uniloculare è derivato da un tipo di frutta simile trovato nelle Lantaneae e che anche la vascolarizzazione floreale di Phryma è simile a quella dei generi Lantana, Lippia, e Stachytarpheta (tribù Lantaneae, famiglia Verbenaceae).[13][16] Solo in tempi recenti con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) la tribù è stata definitivamente posizionata nella famiglia originale.[1]

Il numero cromosomico di questa specie è: 2n = 28.[20]

Per la specie di questa voce è riconosciuta la seguente varietà con distribuzione asiatica:[21]

  • Phryma leptostachya var. oblongifolia (Koidz.) Honda, 1936

Il genere Phryma (e quindi la specie Phryma leptostachya) comprende due popolazioni disgiunte tra il Nord America e l'Asia, trattate variamente come razze, sottospecie, varietà o anche specie separate. Anche se presentano alcune divergenze molecolari da un punto di vista morfologico sono un unico gruppo intercontinentale[16] probabilmente separatisi tra i 2 - 6 milioni di anni fa.[19]

L'entità di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[21]

Sinonimi della specie principale

  • Leptostachya leptostochya (L.) MacMill.
  • Phryma media Raf.
  • Phryma parvifolia Raf.
  • Phryma pubescens Raf.
  • Priva mitchellii Endl.

Sinonimi della varietà

  • Phryma asiatica (H. Hara) O. Deg. & I. Deg.
  • Phryma esquirolii H. Lév.
  • Phryma humilis Koidz.
  • Phryma leptostachya var. asiatica H.Hara
  • Phryma leptostachya subsp. asiatica (H.Hara) Kitam.
  • Phryma leptostachya var. nana (Koidz.) H. Hara
  • Phryma nana Koidz.
  • Phryma oblongifolia Koidz.
  1. ^ a b c d e Kadereit 2004, pag. 323.
  2. ^ a b Crescent Bloom Database, su crescentbloom.com. URL consultato il 5 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2004).
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 234.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  6. ^ David Gledhill 2008, pag. 360.
  7. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  8. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  9. ^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  10. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  11. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  12. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 5 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  13. ^ a b Motta 1960, Vol. 3 - pag. 307.
  14. ^ eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 6 gennaio 2017.
  15. ^ eFloras - Flora of Pakistan, su efloras.org. URL consultato il 6 gennaio 2017.
  16. ^ a b c Barker et al 2012, pag. 24.
  17. ^ Musmarra 1996.
  18. ^ Olmstead 2012.
  19. ^ a b Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 20 dicembre 2016.
  20. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  21. ^ a b Phryma leptostachya, su The Plant List. URL consultato il 6 gennaio 2017.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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