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Pecore in erba

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Pecore in erba
Davide Giordano in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno2015
Durata87 min
Rapporto90
Generecommedia
RegiaAlberto Caviglia
SoggettoAlberto Caviglia
SceneggiaturaAlberto Caviglia, Benedetta Grasso, Paolo Cosseddu
ProduttoreLuigi Musini e Olivia Musini
Casa di produzioneOn My Own con il contributo del MiBACT
Distribuzione in italianoBolero Film
Interpreti e personaggi

Pecore in erba è un film del 2015 diretto da Alberto Caviglia in concorso nella sezione Orizzonti al Festival di Venezia 2015. È un mockumentary (falso documentario) surreale che ribalta il tema dell'antisemitismo, un esperimento estremo che vuole portare a ragionare sulla follia di molti atteggiamenti comuni, sull'ipocrisia che genera pregiudizio, e sul modo distorto in cui la realtà può venire presentata dai mezzi di comunicazione.

Nel luglio del 2006 i maggiori canali televisivi di informazione danno la notizia della scomparsa di Leonardo Zuliani. A Roma un numeroso gruppo di seguaci si riunisce davanti alla casa natale del giovane attivista, a Trastevere. La mamma è disperata, il quartiere paralizzato e tutte le autorità esprimono la loro solidarietà alla famiglia mentre si celebra una grande manifestazione in suo onore.

Un dettaglio importante è che a rendere Leonardo un eroe nazionale è il suo essere antisemita.

Distribuzione

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Nelle sale italiane dal 1º ottobre 2015, distribuito da Bolero Film.

  • Premio Arca CinemaGiovani miglior film italiano a Venezia 72[1]
  • Premio Cinematografico “Civitas Vitae Prossima" al regista Alberto Caviglia[1]

Pierluigi Battista ha giudicato Pecore in erba

«un film fatto con pochi soldi, ma con molte idee. Esilarante, ma capace di far pensare, comico, ma anche malinconico. Un fiore del cinema italiano, povero di risorse ma ricco di intelligenza e umorismo che sa sfidare i tabù con il sorriso e senza prosopopea.Pierluigi Battista, "Martin Amis, l'Olocauso e le «Pecore in erba»", Corriere della Sera del 12 ottobre 2015, p. 30.»

Nel film sono inserite le seguenti scene:

- i personaggi arabi sono ritratti come terroristi che sparano nei ristoranti per futili motivi. In una scena due arabi, credendo che il ristoratore abbia solo nominato Maometto, fanno strage.

- le manifestazioni a favore della Palestina sono descritte come uno dei modi di essere antisemiti.

- scrivere su internet a proposito della strage di palestinesi di Sabra e Chatila è definito un atto antisemita. In una scena è rappresentata la tastiera dell’antisemita con un tasto grande con scritto “Sabra e Chatila”.

  1. ^ a b Venezia72 ecco tutti i premi, su cinema.everyeye.it.

Collegamenti esterni

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