Paolo Morrone
Paolo Morrone | |
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Ministro della Guerra | |
Durata mandato | 4 aprile 1916 – 18 giugno 1916 |
Predecessore | Vittorio Italico Zupelli |
Successore | Paolo Morrone |
Legislatura | XXIV |
Durata mandato | 18 giugno 1916 – 16 giugno 1917 |
Predecessore | Paolo Morrone |
Successore | Gaetano Ettore Giardino |
Dati generali | |
Titolo di studio | Scuola militare |
Professione | Militare di carriera (Esercito) |
Paolo Morrone | |
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Senatore del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 15 maggio 1916 – ? |
Legislatura | dalla XXIV |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Titolo di studio | Scuola militare |
Professione | Militare di carriera (Esercito) |
Paolo Morrone | |
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Nascita | Torre Annunziata, 3 luglio 1854 |
Morte | Roma, 4 gennaio 1937 |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Italia |
Forza armata | Regio esercito |
Arma | Esercito |
Corpo | Fanteria |
Specialità | Stato maggiore |
Anni di servizio | 1884 - 1937 |
Grado | Generale d'armata |
Guerre | Guerra d'Abissinia Prima guerra mondiale |
Campagne | Fronte italiano |
Battaglie | Battaglie dell'Isonzo Battaglia di Vittorio Veneto |
Studi militari | Scuola militare di fanteria e cavalleria di Modena Scuola di guerra |
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Paolo Morrone (Torre Annunziata, 3 luglio 1854 – Roma, 4 gennaio 1937) è stato un generale e politico italiano, ministro della guerra nel Governo Salandra II e nel Governo Boselli, tra i militari protagonisti della prima guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Torre Annunziata, da Luigi e Maria Cirillo[1][2]. Iniziò gli studi nella città natale e poi a Napoli. Sposò Anna Sironi[2] da cui ebbe due figli, Giuseppe Antonio ed Achille[2]. Visse a Roma fino alla morte avvenuta nel 1937[2].
Carriera militare
[modifica | modifica wikitesto]Arruolatosi nel Regio Esercito Italiano il 10 ottobre 1871, frequentò i corsi della Scuola di fanteria e cavalleria di Modena[1]. Nominato sottotenente tre anni dopo[1] fu assegnato al 26º Reggimento di Fanteria[1]. Successivamente frequentò la Scuola di guerra nel 1884, classificandosi primo nelle armi di fanteria e cavalleria[1]. Il 26 settembre 1886 fu nominato capitano del Corpo di Stato Maggiore e Capo di Stato Maggiore della Divisione Militare di Ancona[1].
Prese parte dal 1890 al 1891 alla Campagna d'Africa precedente la Guerra di Abissinia[1]. Nel giro di pochi anni arrivò ai gradi apicali: fu promosso Tenente Colonnello l'8 luglio 1897[2], Colonnello il 21 marzo 1901[1] e comandante del 37º Reggimento di Fanteria[1], Maggiore Generale il 23 gennaio 1908[2] e nominato comandante della Brigata Sicilia[1], Tenente Generale il 31 dicembre 1911[2]. Due mesi prima dell'inizio della Grande Guerra, fu incaricato di formare il XIV Corpo d'Armata[1], a capo del quale, all'inizio delle ostilità, si posizionò sull'Isonzo di fronte al Monte San Michele[1].
Riuscì a tenere la posizione grazie alle sue doti di organizzatore tattico e condottiero[3], riportando la vittoria sul nemico alla guida di un manipolo di soldati di truppa, in gran parte meridionali e del napoletano[3]. Questa azione fu premiata dal Re Vittorio Emanuele III con l'onorificenza di Commendatore dell'Ordine Militare di Savoia[3] e dal presidente della Repubblica Francese, per il tramite del Generale Lyautey la Commenda della Legion d'Onore[3]. Durante la prima guerra mondiale, fu al comando del X corpo d'armata, della 4ª Armata (Febbraio 1918) e successivamente della 9ª Armata italiana. Fu promosso Generale di corpo d'armata il 22 luglio 1923[2].
Carriera politica
[modifica | modifica wikitesto]Rivestì l'incarico di ministro della guerra dal 4 aprile 1916 al 18 giugno 1916[3] durante il Governo Salandra II, e dal 18 giugno 1916 - 16 giugno 1917 nel Governo Boselli. Contestualmente venne nominato senatore del Regno d'Italia il 15 maggio 1916[3] e prestò giuramento il 16 giugno[2].
Cariche e titoli
[modifica | modifica wikitesto]Fu presidente del Tribunale supremo di guerra e marina dal 21 ottobre 1917 al 7 marzo 1918[2], membro effettivo del Consiglio dell'Ordine Militare di Savoia dal 4 luglio 1918 al 9 gennaio 1930[2] ed eletto membro della Giunta per l'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e della Corona d'Italia il 6 febbraio 1933[2]. Il 19 gennaio 1930, il sindaco di Torre Annunziata, Pelagio Rossi, durante l'inaugurazione del Monumento ai Caduti, consegnò al Generale Paolo Morrone una medaglia d'oro quale omaggio all'illustre concittadino[4].
Onorificenze e decorazioni
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze italiane
[modifica | modifica wikitesto]— 28 dicembre 1916[5]
Onorificenze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Decorazioni
[modifica | modifica wikitesto]Medaglie
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fioravante Meo e Salvatore Russo, Torre Annunziata, immagini, uomini, fatti, D'Amelio Editore.
- Luciano Regolo, Il Re Signore: Tutto Il Racconto Della Vita Di Umberto Di Savoia.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Paolo Morrone
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Morróne, Paolo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- MORRONE, Paolo, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934.
- Marco Di Giovanni, MORRONE, Paolo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 77, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2012.
- MORRONE Paolo, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 684145858255723022851 · GND (DE) 1084804409 |
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