Michele Busiri Vici
Michele Busiri Vici (Roma, 2 maggio 1894 – Roma, 4 febbraio 1981) è stato un architetto e urbanista italiano, appartenente alla famiglia di architetti Busiri Vici, attivi sin dal XVII secolo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Roma il 2 maggio 1894, figlio di Carlo Maria, ingegnere e architetto, e di Francesca Gigliesi. Due suoi fratelli, Clemente e Andrea, furono anch'essi architetti. Nel 1921 si laurea presso la Scuola Superiore d'Ingegneria a Roma. Tra i suoi primi lavori c'è la progettazione, insieme al padre Carlo, del nuovo Museo nazionale archeologico ed etnografico G. A. Sanna a Sassari: il progetto eseguito, tra aprile 1925 e dicembre 1929, fu commissionato da Zelí Castoldi Sanna figlia dell'imprenditore e mecenate sassarese Giovanni Antonio Sanna.
Sposò Lodovica Schanzer, figlia del senatore e ministro giolittiano Carlo Schanzer e di Corinna Centurini. La cognata Fulvia Schanzer, moglie di Giulio Ripa di Meana e madre di sette figli (tra cui Carlo Ripa di Meana e Ludovica Ripa di Meana, seconda moglie di Vittorio Sermonti), fu una partigiana.
Comincia la sua professione collaborando nello studio del fratello maggiore Clemente. Insieme realizzano negli anni 1926-1928 i castelli già "Gualino" di Sestri Levante e la villa-museo Gualino di Torino.
Nel 1930, senza la collaborazione del fratello, realizza la villa Attolico, nei pressi di Porta Latina a Roma. Per l'Esposizione Universale del 1942 partecipa con il collega Luigi Piccinato alla sistemazione dei parchi e giardini dell'Eur. È di quel periodo anche il restauro del Castello di Torrimpietra nei pressi di Roma. Nel 1938 gli viene affidato il progetto e la realizzazione dell'impianto del verde nel sito archeologico di Ostia antica, sotto la supervisione di Piccinato.
Nel 1938-1939 realizza a Bolzano, nel contesto del piano regolatore di Marcello Piacentini, il palazzo dell'Istituto Nazionale Assicurazioni presso il Monumento alla Vittoria.[1]
Nel 1939 viene incaricato dal governo della progettazione del Padiglione Italiano all'Esposizione Universale di New York, per il quale riceverà la cittadinanza onoraria della città.
Nel 1955 viene chiamato a comporre il piano regolatore del litorale di Sabaudia. Nella stessa zona tra Sabaudia e San Felice Circeo realizzerà, nel corso degli anni, numerose ville elaborando un suo stile personale (nell'ambito di quella che è stata definita "architettura mediterranea"), caratterizzato da volumi chiari, forme organiche, murature in calce bianca e infissi del colore ormai noto come verde Busiri. In particolare ha realizzato nel 1954 a San Felice Circeo la chiesa e il convento dell'Immacolata, esempio di architettura mediterranea in una chiesa a pianta centrale, altro elemento raro da riscontrare in terra Pontina. Negli anni successivi lavora anche alla sistemazione degli scavi di Ostia antica e realizza alcune ville sull'Appia Antica, Anzio e Torrimpietra.
Nella sua lunga attività si occupa dei più vari aspetti dell'architettura. Per il settore navale realizza l'arredamento della turbonave Raffaello della Compagnia Italia - Società di Navigazione.
Mentre nel campo dell'edilizia residenziale di città dà un contributo al rinnovamento residenziale di Atene e di Roma, dove rimangono caratteristici gli edifici dagli infissi verde Busiri nella zona di Vigna Stelluti, Ponte Milvio e Parioli.
La Costa Smeralda
[modifica | modifica wikitesto]A Porto Cervo, agli inizi degli anni sessanta, viene incaricato dal principe Karim Aga Khan IV, insieme ad altri noti architetti dell'epoca (Luigi Vietti e Jacques Couelle) della realizzazione della "Costa Smeralda", per la quale progetta la chiesa Stella Maris di Porto Cervo, gli alberghi Luci di La Muntagna e Romazzino, il quartiere Sa Conca, oltre a numerose ville.
Sviluppando un suo stile ispirato all'architettura mediterranea, già sperimentato sul litorale pontino, con l'adozione di forme ancor più morbide, quasi sempre rivestite a calce, e con elementi di decoro ripetuti (quali i comignoli, gli archi a sesto acuto, le feritoie triangolari, il coppo e la ceramica mediterranei), contribuisce alla creazione del paesaggio contemporaneo della Costa Smeralda.
Nel 1977 si ritira dall'esercizio della professione.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Hannes Obermair, Fabrizio Miori, Maurizio Pacchiani (a cura di), Lavori in Corso – Die Bozner Freiheitsstraße, La Fabbrica del Tempo – Die Zeitfabrik, Bolzano, 2020, pp. 86–89, ISBN 978-88-943205-2-7.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alessandra Muntoni, Maria Luisa Neri (a cura di), Michele Busiri Vici architetto e paesaggista, 1894-1981, Campisano Editore, Roma 2017, ISBN 978-88-98229-94-9.
- Marina Natoli (a cura di), Michele Busiri Vici. Paesaggio e architettura nel litorale laziale 1941-1973, Roma, Fratelli Palombi, 2001, ISBN 88-7621-168-3.
- Ordine degli Architetti di Roma e Rieti (a cura di), 50 Anni di Professione, Roma, kappa, 1983.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Michele Busiri Vici, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
- Casa dell'Architettura, su casadellarchitettura.it (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2012).
- L'Architetto della Costa Smeralda, su porto-cervo-realestate.com. URL consultato il 6 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2008).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 96375339 · ISNI (EN) 0000 0003 7475 1846 · SBN CUBV128746 · ULAN (EN) 500094573 · LCCN (EN) no2018005643 · GND (DE) 123494435 · BNF (FR) cb177422962 (data) |
---|