[go: up one dir, main page]
More Web Proxy on the site http://driver.im/Vai al contenuto

Melito di Napoli

Coordinate: 40°55′N 14°14′E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Melito di Napoli
comune
Melito di Napoli – Stemma
Melito di Napoli – Bandiera
Melito di Napoli – Veduta
Melito di Napoli – Veduta
Il municipio di Melito di Napoli
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Campania
Città metropolitana Napoli
Amministrazione
SindacoFrancesco Antonio Cappetta[1] (commissario prefettizio) dal 22-4-2023
Territorio
Coordinate40°55′N 14°14′E
Altitudine89 m s.l.m.
Superficie3,81 km²
Abitanti35 746[2] (31-7-2022)
Densità9 382,15 ab./km²
Comuni confinantiCasandrino, Giugliano in Campania, Mugnano di Napoli, Napoli, Sant'Antimo
Altre informazioni
Cod. postale80017
Prefisso081
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT063045
Cod. catastaleF111
TargaNA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona C, 1 194 GG[4]
Nome abitantimelitesi
Patronosanto Stefano protomartire
Giorno festivoil lunedì successivo alla seconda domenica di ottobre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Melito di Napoli
Melito di Napoli
Melito di Napoli – Mappa
Melito di Napoli – Mappa
Posizione del comune di Melito di Napoli nella città metropolitana di Napoli
Sito istituzionale

Melito di Napoli (Mêlito 'e Napule in napoletano[5]) è un comune italiano di 35 746 abitanti[2] della città metropolitana di Napoli in Campania.

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]

Situato a nord di Napoli ai limiti dei quartieri di Scampia e Secondigliano, è di fatto inglobato nella periferia settentrionale della metropoli partenopea, inoltre confina anche con i popolosi comuni di Sant'Antimo, Casandrino e Giugliano in Campania.

Secondo uno studio che ha redatto una classifica dei comuni più cementificati d'Italia, Melito si colloca al 2º posto in Italia tra i comuni con la maggiore superficie occupata da edifici[6].

I documenti storici raccolti sembrano accostare l'origine del nome di Melito a quello dell'antica Mellano. Si suppone che Federico II dichiarò Melito Casale di Napoli, insieme ad altri centri abitati che sorgevano intorno alla città, fino al 1800 Melito veniva chiamata casale di Napoli. Nato come piccolo villaggio in epoca remota, Melito non poteva lasciare di sé molte notizie storiche; si trattava di un piccolo nucleo abitato nato a pochi chilometri da Napoli. Il Casale non ha mai avuto mura di difesa, né castelli, né fortezze di alcun genere. Tutto ciò denota che questo "villaggio" sorse in una zona sicura e priva di imminenti pericoli.

Il fossato di Napoli

[modifica | modifica wikitesto]

Melito, secondo lo studioso Chianese, deriverebbe il suo nome da "Mellito" che nella bassa latinità significò "fossato profondo". Al tempo del Ducato Napoletano e anche prima, come confine territoriale e fortificazione militare esisteva un "fossato di Napoli" che divideva il territorio di Napoli da quello di Capua. Questo fossato passava nella campagna di Giugliano, attraversava la masseria "Signorelli" (attuale zona corrispondente alla via Signorelli) e giungeva nell'attuale via Roma, percorrendola fino all'attuale via Lavinaio. Inizialmente il "fossato" assume importanza al tempo del Ducato di Napoli per le continue battaglie contro i Normanni e successivamente acquisisce valore in quanto esso veniva a costituire una vera e propria difesa per il territorio di Napoli. Il fossato venne colmato probabilmente nel periodo aragonese[7]. Nel tempo, quindi, al nome di Mellito di Napoli (vale a dire "fossato di Napoli") si preferì quello attuale di Melito di Napoli.

Fu feudo della famiglia Della Tolfa, poi divenne dei Caraccioli di Santobono, dai quali passò ai Caraccioli di Celenzo, poi ai Muscettola e infine ai Colonna.[8]

Nel 1806 furono emanate le Leggi eversive della feudalità che decretarono la fine di tutti i privilegi feudali nel Regno di Napoli e l'inizio dell'Amministrazione comunale.

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

[modifica | modifica wikitesto]
La statua di Santo Stefano
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie

La chiesa di Santa Maria delle Grazie, riedificata interamente sui resti di un'altra cadente (risalente presumibilmente al 987), situata nella centrale Piazza Santo Stefano, è stata realizzata a pianta centrale da Giuseppe Astarita, tra il 1766 e il 1768, nonostante il progetto presentato da Niccolò Carletti. La facciata, ad andamento concavo-convesso, è ruotata verso la città partenopea, ma lateralmente asseconda l’andamento curvilineo della strada statale principale, ponendosi come vera e propria cerniera urbana. Sul modello del S. Carlino alle Quattro Fontane di Borromini, si flette nella parte centrale con il pregevole portale, vero e proprio invito, coronato dal sinuoso timpano a volute e inquadrato da lesene con capitelli “alla michelangiolina”, di ispirazione sanfeliciana. In questo episodio è possibile cogliere la trasformazione dell’architettura barocca, alla fine del XVIII secolo, da parte della più giovane generazione, che si allontana dalle forme classiciste, proposte dall’accademia, per aderire al linguaggio “neoborrominiano” come sinonimo di libertà espressiva.[9].

Colonne di Giugliano

[modifica | modifica wikitesto]

Le Colonne di Giugliano, poste all'estremità nord del paese nella parte confinante appunto con Giugliano in Campania, sono un punto di riferimento geografico per gli abitanti melitesi oltre che un monumento alla storia passata[10].

Le due colonne, presumibilmente del XIX secolo, sono in piperno, dotate di due lapidi[11] e sormontate da due pigne. Esse rappresentano l’ingresso a Giugliano e alla nuova via Campana (Corso Campano)[12] che porta a Pozzuoli.

Altri monumenti

[modifica | modifica wikitesto]
  • Chiesa di San Vincenzo Romano
  • Chiesetta di San Nicola, probabilmente antecedente al 1074[13]. Di proprietà privata.
  • Lapide del 1921 commemorativa dei caduti della Grande guerra.
  • Antiche Masserie, testimonianze della civiltà contadina in parte demolite[14].
  • Ipogeo di Melito, scoperto nel 1959[15]
  • Teatro Barone, costruito nel 1976, dopo un periodo di chiusura è stato riattivato nel 2020.[16]

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[17]

Il Fungo di Melito è una costruzione visibile anche a grande distanza. Un segno riconoscibile della cittadina.

Etnie e minoranze straniere

[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2015 risultavano 585 residenti stranieri nel comune di Melito di Napoli, pari all'1,55% della popolazione totale.

A Melito sono presenti tre scuole secondarie di primo grado: la Sibilla Aleramo, la Marino Guarano e la Montalcini e tre scuole primarie. La cittadina è dotata inoltre di una scuola secondaria di secondo grado Scientifico - Linguistico - Scienze umane e artistico .

La Biblioteca comunale è situata nella centrale piazza S. Stefano.

La specialità culinaria di Melito è il Samurchio[18], un salume ottenuto bollendo il sangue di maiale; la preparazione e il consumo del Samurchio, nonostante sia una pietanza quasi scomparsa dal territorio, sono parte integrante della tradizione melitese.

A Melito di Napoli ha sede la società produttrice di caffè Kimbo Caffè, fondata nel 1963 a Napoli.

Le principali zone commerciali sono situate vicino all'uscita dell'Asse Mediano (nella zona nord del comune) e lungo la Circumvallazione Esterna, dove è presente anche il mercato ortofrutticolo comunale.

Infrastrutture e trasporti

[modifica | modifica wikitesto]
Svincolo dell'Asse Mediano in corrispondenza dell'uscita Giugliano centro/ Aversa-Melito in direzione Lago Patria

Melito è attraversata dalla ex Strada statale 7 bis di Terra di Lavoro (via Roma)[19] e dalla Circumvallazione Esterna di Napoli che attraversa il comune per poi condurre al Lago Patria (Giugliano). L'Asse Mediano collega Melito con i principali centri dell'hinterland, mentre l'Asse Perimetrale di Melito-Scampia, connessa all'Asse Mediano, collega Melito con la zona settentrionale del capoluogo (Scampia, Chiaiano, Capodichino-Secondigliano).

Mobilità urbana

[modifica | modifica wikitesto]
Un autobus di CTP a Melito

Melito è servito da autolinee in servizio pubblico svolte dalle società ANM e AIR Campania che percorrono la viabilità provinciale.

Fra il 1882 e il 1959 la località era servita dalla tranvia Napoli-Aversa/Giugliano, gestita a cura della Société Anonyme des Tramways Provinciaux (SATP).

È in costruzione la stazione omonima della Linea Arcobaleno, tra le stazioni di Mugnano e Giugliano. I lavori, interrotti in passato per le complicanze economiche di EAV, sono in fase di ultimazione.[20]

Amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]

È stato Bernardino Tuccillo il primo sindaco eletto direttamente dal popolo nel 1995. L’esponente della sinistra vinse al ballottaggio contro Nicolangelo Pezone, che aveva chiuso in vantaggio il primo turno. Quattro anni più tardi, il sindaco uscente fu battuto da Antonio Amente (centrodestra) al ballottaggio. Nel 2002 lo stesso Amente fu sfiduciato e si giunse ad elezioni anticipate nel 2003, con la vittoria di misura di Giampiero Di Gennaro ai danni di Tuccillo.

Nel dicembre del 2005, il Comune di Melito, guidato da Di Gennaro (UDEUR), fu sciolto per infiltrazioni camorristiche e si tornò al voto soltanto nel 2008, quando Antonio Amente (centrodestra) superò al ballottaggio la candidata del Partito Democratico Marina Mastropasqua. Nel gennaio del 2011 Amente fu nuovamente sfiduciato ed alle successive elezioni fu sconfitto da Venanzio Carpentieri (centrosinistra). L’amministrazione Carpentieri, restò in carica appena un anno e mezzo, ma nel 2013 l’esponente del Pd riconquistò la fascia tricolore, battendo al ballottaggio Amente. Lo stesso Amente però nel 2017, dopo che Carpentieri era stato nuovamente sfiduciato[21], divenne per la quarta volta sindaco di Melito, superando al ballottaggio Pietro D’Angelo.

Il 23 novembre 2020, Amente, scomparso all’età di 69 anni, vittima del COVID-19[22], venne sostituito dal vice sindaco Luciano Mottola, che ha guidato Melito di Napoli fino al Commissariamento avvenuto a marzo dello stesso anno. Ad ottobre, lo stesso Mottola viene eletto sindaco, battendo al secondo turno la candidata di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle Dominique Pellecchia. Il 18 aprile 2023, Mottola viene arrestato con l'accusa di voto di scambio e due giorni più tardi si dimette insieme alla maggioranza consiliare; di conseguenza il comune viene commissariato per infiltrazione mafiosa[23][1]. Dopo aver trascorso 8 mesi tra carcere ed arresti domicialiari, con sentenza del Tribunale di Napoli, Il 25 luglio 2024 Luciano Mottola viene assolto da ogni accusa perché il fatto non sussiste [24]

Di seguito la lista dei sindaci.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1974 1976 Stefano Pellecchia PSI Sindaco [25][26][27]
1976 1981 Felice Chiantese PCI Sindaco [28]
1981 5 gennaio 1985 Francesco Bordino PSI Sindaco [29][30]
6 gennaio 1985 6 maggio 1990 Paolo Guarino DC Sindaco [31][32]
23 luglio 1990 5 luglio 1993 Alfredo Cicala DC Sindaco [32]
27 luglio 1993 24 maggio 1994 Renato Carpentieri DC Sindaco [32]
24 maggio 1994 28 dicembre 1994 Giovanni Maisto DC Sindaco [32]
22 gennaio 1995 8 maggio 1995 Paolo Guarino DC Sindaco [32]
8 maggio 1995 28 giugno 1999 Bernardino Tuccillo indipendente
(PDS)
Sindaco [32]
28 giugno 1999 9 dicembre 2002 Antonio Amente Lista civica
(FI)
Sindaco [32]
10 dicembre 2002 9 giugno 2003 Mariagrazia D'Ascia commissario prefettizio [32]
10 giugno 2003 23 dicembre 2005 Giampiero Di Gennaro UDEUR Sindaco [32]
Scioglimento del
consiglio comunale
23 dicembre 2005 29 aprile 2008 Nicola Vittorio Alfino
Giovanni Lucchese
Donato De Gioia
- Commissione Straordinaria [33]
29 aprile 2008 24 gennaio 2011 Antonio Amente PdL Sindaco [32]
23 maggio 2011 6 febbraio 2013 Venanzio Carpentieri PD Sindaco [32]
28 maggio 2013 16 febbraio 2017 Venanzio Carpentieri PD Sindaco [32]
27 giugno 2017 23 novembre 2020 Antonio Amente Liste civiche
(CDX)
Sindaco [32]
Deceduto[35]
23 novembre 2020 15 marzo 2021 Luciano Mottola Liste civiche
(CDX)
Sindaco
facente
funzioni
[32]
16 marzo 2021 20 ottobre 2021 Enrico Gullotti - commissario prefettizio [32][36]
21 ottobre 2021 21 marzo 2023 Luciano Mottola FdI Sindaco [32][37]
Scioglimento del
consiglio comunale
[38]
15 maggio 2023 in carica Francesco Antonio Cappetta - commissario prefettizio [1][32]


Stadio comunale

Ha sede nel comune la società di calcio Polisportiva "Boys Melito", che ha disputato diversi campionati dilettantistici regionali e vinto la Coppa Italia Dilettanti Campania nel 1993/1994. La squadra "Calcio Melito Di Napoli" nell'anno 2024/2025 milita nel campionato di terza categoria girone A.

Nel 2015 è stata organizzata la settima edizione della Maratona "Memorial Stefano Chiantese", 10 km di percorso per le vie della cittadina.

Impianti sportivi

[modifica | modifica wikitesto]
  • Stadio comunale "Mimmo Marrone"
  1. ^ a b c Melito: il Comune si scioglie, arriva il commissario, in Il Mattino, 22 aprile 2023. URL consultato il 16 agosto 2024.
  2. ^ a b Bilancio demografico anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Antonio Altamura, Dizionario dialettale napoletano, 1968, 2ª ediz., Fausto Fiorentino (Napoli)
  6. ^ Napoli provincia più cementificata d'Italia: i dati choc in uno studio, su napolitoday.it.
  7. ^ Storia locale, l’angolo di Arturo D’Alterio: “Il fossato a difesa di Melito e Giugliano”, su terranostranews.it.
  8. ^ Amato Amati, Dizionario corografico dell'Italia, Volume 5, Napoli, 1868, p. 25.
  9. ^ Carolina De Falco, Giuseppe Astarita architetto napoletano 1707-1775, Napoli, ESI, 1999, pp. 150-153.
  10. ^ Le Colonne di Giugliano: storia di un monumento dimenticato, su Storie di Napoli, 31 luglio 2021. URL consultato il 16 agosto 2024.
  11. ^ Una lapide è danneggiata e l’altra dispersa.
  12. ^ Giugliano. Il significato della lapide scheggiata del 1842 alle Colonne, ci parla del Corso Campano, su internapoli.it.
  13. ^ Redazione, Melito, la storia dimenticata: i mille anni della chiesa di San Nicola, in Melito online, 8 dicembre 2017. URL consultato il 16 agosto 2024.
  14. ^ Marco di Mauro, A Melito di Napoli si cancella la storia, in «Napoli Nobilissima», mag. 2006, pp. 123-125.
  15. ^ L’Ipogeo, su melitonline.org.
  16. ^ Il Teatro – Teatro Barone, su teatrobarone.com. URL consultato il 25 ottobre 2024.
  17. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  18. ^ Samurchio, su agricoltura.regione.campania.it.
  19. ^ In passato chiamata Strada Regia
  20. ^ Investimenti e Nuove Costruzioni, su EAV srl. URL consultato il 2 novembre 2024.
  21. ^ Giovanni Mauriello, Carpentieri sfiduciato a Melito: perde la poltrona di sindaco, in Il Mattino, 13 febbraio 2017. URL consultato il 16 agosto 2024.
  22. ^ a b Covid: morto il sindaco di Melito, Antonio Amente, in la Repubblica, 23 novembre 2020. URL consultato il 16 agosto 2024.
  23. ^ Giovanni Mauriello, Melito, il Consiglio comunale sciolto per camorra: il governo invia i commissari, in Il Mattino, 13 marzo 2024. URL consultato il 16 agosto 2024.
  24. ^ Redazione Ansa, Voto politico mafioso a Melito, assolto l'ex sindaco Mottola, in Ansa, 25 luglio 2024. URL consultato il 2024-16-41.
  25. ^ L'Avanti - 20 novembre 1974 - pag. 2, su avanti.senato.it. URL consultato il 1º novembre 2024.
  26. ^ Un consorzio nel Giuglianese per i servizi socio-sanitari (PDF), in L'Unità, 8 febbraio 1976, p. 10.
  27. ^ L'Avanti - 22 Aprile 1976, pag.6, su avanti.senato.it. URL consultato il 1º novembre 2024.
  28. ^ Sindaco Comunista eletto a Melito (PDF), in L'Unità, 27 novembre 1976, p. 8.
  29. ^ L'Avanti - 14 Maggio 1984, pag. 18, su avanti.senato.it. URL consultato il 1º novembre 2024.
  30. ^ L'Avanti - 29 dicembre 1984 - pag. 5, su avanti.senato.it. URL consultato il 1º novembre 2024.
  31. ^ L'Avanti - 1° Novembre 1985, pag.14, su avanti.senato.it. URL consultato il 1º novembre 2024.
  32. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Anagrafe degli amministratori locali e regionali, su Dipartimento per gli affari interni e territoriali, 23 febbraio 2017. URL consultato il 1º novembre 2024.
  33. ^ Gazzetta Ufficiale - 14 Gennaio 2006, art.2, su www.gazzettaufficiale.it. URL consultato il 1º novembre 2024.
  34. ^ Giuseppe Cozzolino, Covid, morto il sindaco di Melito Antonio Amente, su Napoli Fanpage, 23 novembre 2020. URL consultato il 16 agosto 2024.
  35. ^ Deceduto durante la carica amministrativa nel corso della pandemia di COVID-19[34][22]
  36. ^ Sciolto il Comune di Melito: arriva il commissario. Il sindaco Amente morì per Covid, su fanpage.it.
  37. ^ Mottola vince le elezioni a Melito, eletto sindaco con il 51% al ballottaggio, su fanpage.it.
  38. ^ Gazzetta Ufficiale, su www.gazzettaufficiale.it. URL consultato il 2 novembre 2024.
  • Antonio Jossa Fasano, Melito nella storia di Napoli: uno studio, una ricerca, Napoli, 1978.
  • Gennaro Jaccarino, Cenno storico sul Casale di Melito, Giugliano in Campania, 1902.
  • Carolina De Falco, Giuseppe Astarita architetto napoletano 1707-1775, Napoli, ESI, 1999, pp. 150-153.
  • VV. AA., Vol. 21 - Raccolta Rassegna Storica dei Comuni, 2007, pp. 219-222.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN157110868 · LCCN (ENn81001653 · J9U (ENHE987007566737805171
  Portale Campania: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Campania