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Marie-Hélène Dozo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Marie-Hélène Dozo nel 2019

Marie-Hélène Dozo (Namur, ...[1]) è una montatrice belga. È la montatrice storica dei fratelli Dardenne, dei quali ha montato tutti i film, tra cui La Promesse (1996), Rosetta (1999), Il figlio (2002) e L'Enfant - Una storia d'amore (2005).

Figlia di un geografo e di una casalinga pittrice amatoriale, nasce e cresce a Namur.[1] Alle superiori si iscrive all'indirizzo di pittura per poi interessarsi alla fotografia e infine, con l'istituzione di un corso di videogiornalismo e produzione audiovisiva, al cinema.[2] I film che l'hanno più influenzata nella sua scelta sono stati Tess, Ballando ballando, Maria's Lovers e Paris, Texas.[2] Dichiarerà poi di aver scelto il montaggio rispetto ad altri campi perché più affine alla sua personalità: «mi era difficile lavorare in solitudine come vuole la scrittura. Ho bisogno di discutere col regista delle scelte che prendiamo nell'intimità della sala montaggio [...] non riesco a essere creativa con una pagina bianca davanti».[3]

Dopo il diploma, si trasferisce a Bruxelles, dove lavora per qualche anno come montatrice di servizi televisivi,[1][3][4] prima di passare al cinema documentario sotto l'egida della produttrice Kathleen de Béthune.[4] Mentre montava il documentario Gigi, Monica... et Bianca (1996), prodotto dai registi Jean-Pierre e Luc Dardenne, è stata notata da questi ultimi, che colpiti dal suo lavoro, l'hanno voluta come montatrice del loro La Promesse (1996), pur non avendo lei mai montato un lungometraggio di finzione prima.[3][4]

Da lì nascerà un sodalizio trentennale continuato ininterrottamente con tutti i film successivi dei Dardenne, comprese le due Palme d'oro Rosetta (1999) e L'Enfant - Una storia d'amore (2005).[1] Solitamente Dozo comincia a montare già in fase di riprese una assembly cut dei film, girati in ordine cronologico, basandosi principalmente sulla sceneggiatura per scegliere il materiale migliore.[4] Una volta ricevuta l'approvazione dei Dardenne di questa versione preliminare ha inizio il montaggio vero e proprio, un processo nel quale Dozo privilegia invece l'interpretazione degli attori e la costruzione espressiva del film: «ogni inquadratura, ogni momento dell'inquadratura è diverso e bisogna scegliere il più coerente col significato della storia e l'animo del protagonista. E devono essere tutti percepiti come uno solo, senza stacchi».[4] Per Dozo il ritmo di un film fluisce dalla «capacità di concentrazione [del montatore], nell'ascolto, nel mantenere una visione a 360º e da una grande sensibilità nel raccontare storie alla gente in modo abbastanza creativo da suscitarne la curiosità. Il ritmo è il risultato di questi elementi e della giusta posizione nel flusso della storia, della regia e dell'energia degli attori».[5] Nel caso di opinioni discordanti su una sua scelta, Dozo ha sostenuto che «essere in tre in sala montaggio rappresenta un vantaggio: più discussioni, più idee in circolazione, più soluzioni. E c'è sempre una maggioranza».[4]

Per i suo lavoro coi Dardenne, è stata candidata cinque volte al Premio Magritte per il miglior montaggio, vincendolo però nel 2012 col documentario Kinshasa Kids.[6] Ha collaborato di frequente anche col regista ciadiano Mahamat-Saleh Haroun e col documentarista italiano Roberto Minervini.[1][7]

È sposata con João Leite, produttore dei film di Minervini.[7]

Filmografia parziale

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Premi e riconoscimenti

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  1. ^ a b c d e Crittenden, p. 54.
  2. ^ a b Crittenden, p. 55.
  3. ^ a b c Crittenden, p. 56.
  4. ^ a b c d e f Crittenden, p. 57.
  5. ^ Crittenden, p. 58.
  6. ^ (FR) Alain Lorfèvre, Trois Magritte pour "Ernest et Célestine", in La Libre Belgique, 3 gennaio 2014. URL consultato il 1º marzo 2018.
  7. ^ a b Vanna Carlucci e Gianfranco Costantiello, Regia in "punta di piedi". Intervista a Minervini, su uzak.it. URL consultato il 1º marzo 2018.
  • (EN) Roger Crittenden (a cura di), Marie-Hélène Dozo, in Fine Cuts: The Art of European Film Editing, prefazione di Walter Murch, 2ª ed., Milton Park, Taylor & Francis, 2018, pp. 54–59, ISBN 978-1-315-47511-0.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Premio Magritte per il miglior montaggio Successore
Sophie Vercruysse
per À perdre la raison
2014
per Kinshasa Kids
Damien Keyeux
per La Marche
Controllo di autoritàVIAF (EN311694731 · ISNI (EN0000 0000 4419 1583 · LCCN (ENno2005035768 · GND (DE1062178459 · J9U (ENHE987007423927805171