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Democrazia jeffersoniana

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Democrazia jeffersoniana
LeaderThomas Jefferson

James Madison
James Monroe

StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Fondazione1790 circa
Dissoluzione1820 circa
Confluito inPartito Democratico-Repubblicano
IdeologiaAgrarianesimo[1]
Nazionalismo americano
Anti-clericalismo[2]
Liberalismo[3]
Populismo[4]
Radicalismo
Repubblicanesimo[5]
CollocazioneAntifederalismo (prima del 1789)
Anti-Amministrazione (1789–1792)
Partito Democratico-Repubblicano (dopo il 1792)

La democrazia jeffersoniana (chiamata così in onore del suo sostenitore Thomas Jefferson), fu una delle due visioni e dei due movimenti politici dominanti negli Stati Uniti dagli anni Novanta del Settecento agli anni Venti dell'Ottocento. I jeffersoniani erano profondamente legati al repubblicanesimo americano, il che significava opposizione a quella che consideravano un'aristocrazia artificiale, opposizione alla corruzione e insistenza sulla virtù, con una priorità per i "proprietari terrieri liberi", i "piantatori" e la "gente comune".[6] Erano ostili all'élite aristocratica di mercanti, banchieri e industriali, diffidavano degli operai e si opponevano fortemente, vigilando sui sostenitori del sistema di Westminster.

Il termine era comunemente usato per riferirsi al Partito Democratico-Repubblicano, formalmente chiamato "Partito Repubblicano", che Jefferson fondò in opposizione al Partito Federalista di Alexander Hamilton. All'inizio dell'era jeffersoniana, solo due stati, il Vermont e il Kentucky, stabilirono il suffragio universale maschile bianco abolendo i requisiti di proprietà. Ma entro la fine del periodo jeffersoniano, più della metà degli stati aveva fatto lo stesso, compresi praticamente tutti gli stati del Vecchio Nord-Ovest. Gli stati iniziarono poi a consentire anche il voto popolare maschile bianco per le elezioni presidenziali, avvicinandosi agli elettori in uno stile più moderno. Il partito di Jefferson aveva allora il pieno controllo dell'apparato governativo, dalla legislatura statale e dal municipio alla Casa Bianca.

La democrazia jeffersoniana continuò come elemento del Partito Democratico fino ai primi del XX secolo, come esemplificato dall'ascesa della democrazia jacksoniana e dalle tre candidature presidenziali di William Jennings Bryan.

  1. ^ Ohio History Connection, Democratic-Republican Party, su Ohio History Central. URL consultato il 30 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2021).
    «Democratic-Republicans favored keeping the U.S. economy based on agriculture and said that the U.S. should serve as the agricultural provider for the rest of the world ... . Economically, the Democratic-Republicans wanted to remain a predominantly agricultural nation, ... .»
  2. ^ James R. Beasley, Emerging Republicanism and the Standing Order: The Appropriation Act Controversy in Connecticut, 1793 to 1795, in The William and Mary Quarterly, vol. 29, n. 4, 1972, p. 604, DOI:10.2307/1917394, JSTOR 1917394.
  3. ^ Ian Adams, Political Ideology Today, reprinted, revised, Manchester, Manchester University Press, 2001, p. 32, ISBN 978-0719060205. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2023).
    «Ideologically, all US parties are liberal and always have been. Essentially they espouse classical liberalism, that is a form of democratized Whig constitutionalism plus the free market. The point of difference comes with the influence of social liberalism.»
  4. ^ Wood, The American Revolution, p. 100
  5. ^ Democratic-Republican Party, in Encyclopædia Britannica, 20 luglio 1998. URL consultato il 30 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2018).
    «The Republicans contended that the Federalists harboured aristocratic attitudes and that their policies placed too much power in the central government and tended to benefit the affluent at the expense of the common man.»
  6. ^ Wood, p. 100.