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Battaglia di San Salvador (1641)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Battaglia di San Salvador (1641)
parte della guerra degli ottant'anni
Dataagosto 1641
LuogoKeelung, Indie orientali spagnole (attuale Taiwan)
EsitoVittoria tattica spagnola; vittoria strategica olandese
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
40 soldati spagnoli, 18 soldati kapampangan e una compagnia di cagayanos205 soldati olandesi e 500 guerrieri aborigeni
Perdite
a
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La battaglia di San Salvador del 1641, detta anche prima battaglia di San Salvador, si svolse nell'agosto del 1641 al largo della costa di Keelung, nel territorio delle Indie orientali spagnole (attuale Taiwan), nell'ambito della guerra degli ottant'anni.

Un mercantile cinese portò agli olandesi nell'area la notizia che gli spagnoli volevano ritirarsi ed abbandonare Formosa e stavano solo aspettando il permesso del re per farlo. Gli olandesi si erano da tempo interessati ad ottenere una qualche influenza nella parte settentrionale dell'attuale Taiwan dal momento che avevano ricevuto la notizia della presenza di alcune miniere aurifere. Dopo aver preso contatti con gli aborigeni di Danshui, gli olandesi decisero di lanciare il loro attacco all'isola.

Il governatore eletto olandese di Formosa, Paulus Traudenius, informò il governatore spagnolo delle intenzioni della flotta olandese.

«Signore,
ho l'onore di comunicarvi che ho ricevuto il comando di una considerevole forza navale e militare con l'idea di portarmi con mezzi civili o meno verso la fortezza della Santissima Trinidad sull'isola di Ke-lung di cui voi siete governatore.
Secondo l'uso tra le nazioni cristiane di rendere note le proprie intenzioni prima di dare il via alle ostilità, ora invito vostra eccellenza alla resa. Se vostra eccellenza è disposta a prestare orecchio ai termini di capitolazione che vi offrirò e lasciarmi la fortezza della Santissima Trinidad e altre cittadelle, vostra eccellenza e le sue truppe saranno trattate in buona fede secondo i costumi di guerra, ma se vostra eccellenza farà orecchio da mercante a questo comando non vi sarà altro rimedio che il ricorso alle armi. Spero che vostra eccellenza terrà in considerazione il contenuto di questa lettera ed eviterà un'inutile effusione di sangue, e confido in una vostra risposta per farmi conoscere le vostre intenzioni.
Possa Dio proteggere vostra eccellenza negli anni,
amichevolmente vostro,
PAULUS TRAUDENIUS[1]»

Il governatore spagnolo, ad ogni modo, non era particolarmente incline a cedere i possedimenti affidatigli e rispose altrettanto gentilmente:

«Signore,
ho ricevuto la vostra comunicazione del 26 agosto scorso, e in risposta ho l'onore di puntualizzarvi da buon cristiano che ricorda il giuramento fatto al proprio re, che io non posso arrendere i forti richiesti da vostra Eccellenza, dal momento che io e la mia guarnigione siamo determinati a difenderli. Mi trovo con un grande esercito, ed ho combattuto diverse battaglie nelle Fiandre ed in altri paesi, e pertanto vi prego di non disturbarvi a scrivermi ulteriori lettere di questo tenore. Possiamo difenderci al meglio delle nostre possibilità. Siamo spagnoli cristiani e Dio è dalla nostra parte.
Possa il Signore avere pietà di voi.
Scritto dalla nostra fortezza principale di San Salvador il 6 settembre 1641.
GONSALO PORTILIS[1]»

Collocazione di Keelung, nell'odierno Taiwan

Nell'agosto del 1641, la spedizione olandese salpò dalla baia di Jilong per studiare la posizione degli spagnoli e, se fosse stato possibile, catturare San Salvador. Avvisati dagli aborigeni alleati, gli spagnoli si prepararono all'attacco. I soldati olandesi sbarcarono sulle rive dell'isola. Dal momento che il governatore spagnolo aveva categoricamente vietato agli aborigeni di cercare rifugio nella fortezza, molti si portarono sulle montagne circostanti. Gli olandesi portarono con loro circa 500 aborigeni e poterono entrare a Kimaurri senza opposizione. Gli olandesi trascorsero la notte in città e la mattina successiva scalarono la collina dietro al villaggio per procedere ad analizzare le posizioni degli spagnoli col cannocchiale. Per quanto però gli olandesi superassero di gran numero gli spagnoli e vantavano il supporto di centinaia di aborigeni, il comandante olandese realizzò come il nemico avesse cannoni a sufficienza per sopportare un vero e proprio assedio e per questo decise di desistere dall'attacco. Gli olandesi ripresero la loro marcia verso il mare e, lasciando Kimaurri, incendiarono il villaggio.

Gli spagnoli osservarono la partenza degli olandesi e ne furono impressionati per il numero di alleati che questi erano stati in grado di attrarre alla loro causa. "Il nemico" scriveva un soldato "copriva l'intero corso del fiume Danshui [...], con un numero tale di indiani che dalla fortezza potevamo vederli intervallarsi alle colline e [realizzammo] che questi [gli indiani] erano veramente un esercito". Tornando da San Salvador nella parte meridionale di Formosa, gli olandesi fecero un accordo con i nativi Danshui, promettendo loro protezione contro i loro nemici. Poco dopo, degli emissari danshui si portarono nel quartier generale olandese a Zeelandia e, secondo il resoconto olandese, offrirono la loro terra agli olandesi come pure avevano fatto negli anni '30 del Seicento diversi villaggi nella parte sudorientale dell'isola. Il bilanciamento delle forze quindi cambiò a Formosa. Senza l'aiuto di Manila, gli spagnoli avrebbero avuto ben pochi mezzi per sopportare un attacco olandese, come per l'appunto avvenne con la seconda battaglia di San Salvador.

Gli spagnoli celebrarono la partenza degli olandesi con una processione di ringraziamento a Dio per lo scampato pericolo. Ma gli olandesi avevano già inferto un duro colpo agli spagnoli sull'isola: siglando la pace con gli aborigeni nel Denshui, infatti, gli olandesi avevano de facto ottenuto il controllo dell'area. Inoltre, la mossa di dare alle fiamme Kimaurri e prendersi gioco degli spagnoli proprio sotto la loro fortezza principale sull'isola, aveva denigrato l'onorabilità militare degli spagnoli. Il governatore spagnolo si lamentò col governatore generale Corcuera di non poter più sopportare la situazione e di non riuscire più a persuadere gli aborigeni a cooperare: "Sono dei traditori e sono stati aizzati contro di noi, perché è nella loro natura aiutare chi li tradirà sicuramente."

  1. ^ a b Davidson, 1903, p.21
  • (ES) Cesáreo Fernández Duro. Armada española desde la unión de los reinos de Castilla y de León, Vol. IV. Est. tipográfico Sucesores de Rivadeneyra, Madrid, 1898.