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Cantelmo

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Cantelmo
D'oro al leone di rosso attraversato in capo da un lambello a tre pendenti d'azzurro.
StatoFrancia (bandiera) Francia - Italia (bandiera) Italia
Casata di derivazioneStuart
Titoli
FondatoreEverardo di Scozia
Ultimo sovranoGiuseppe Cantelmo[1]
Data di estinzione1749[1]
Confluita inTocco
Carafa
EtniaItaliana (originariamente francese)

La famiglia Cantelmo è stata una famiglia nobile italiana di origine francese[2]. Acquistò i primi privilegi feudali in Italia nel 1269, quando Giacomo Cantelmo, al seguito di Carlo I d'Angiò nella conquista del Regno di Napoli, ottenne territori in Abruzzo e in Terra di Lavoro. In seguito Carlo II, nel 1284, lo nominò giustiziere dell'Abruzzo Citeriore.

Una ricostruzione genealogica del XVII secolo vuole che la famiglia si originò da Everardo, il quale fu l'ultimo figlio di Duncano, re di Scozia, dal quale discendono i membri della famiglia degli Stuart. Un ramo della famiglia degli Stuart si sarebbe insediato in Italia prendendo il nome dal suo primo feudo francese, riconosciuto in un atto del re Carlo II d'Inghilterra del 1683 e in un secondo atto del re Carlo II di Spagna del 1688. Dalla famiglia Stuart, stanziatasi in Scozia, la famiglia Cantelmo avrebbe ereditato parte dello stemma (il leone rosso rampante attraversato da un lambello a tre pendenti d'azzurro). Le parentele regali della famiglia sono comunque messe in discussione dalla maggior parte degli storici e si ritiene generalmente che tale genealogia sia un falso[3]. In realtà i Cantelmo erano una famiglia francese, anzi provenzale, il cui cognome originale era "Gantelmi"[4].

Giacomo e Rostaino

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La taverna ducale dei Cantelmo a Popoli Terme

La terra di provenienza è comunque la Francia, stando alle fonti italiane. Giacomo, il capostipite della casata, un condottiero di origine provenzale che si avventurò al seguito di Carlo I d'Angiò nella guerra contro gli Svevi nel Mezzogiorno, ottenne dal re del Regno di Napoli dei feudi in Abruzzo (Popoli) e in Valle di Comino (Alvito), territori che da secoli erano oggetto di rivendicazioni da parte di abbazie feudali come Montecassino e Casauria, ai confini della giurisdizione civile dell'Abruzzo. Giacomo è descritto generalmente come una persona di poca importanza, tirchio e senza grandi ambizioni politiche. Da lui però venne una stirpe che riuscì a portare a termine i piani del primo sovrano angioino napoletano, perché i suoi eredi riuscirono sia a contrastare efficacemente l'espansione territoriale dei cassinesi e dei casaurensi, sia a raggiungere notevoli cariche politiche all'interno del Regno e delle province.

Giacomo morì nel 1310, lo stesso anno in cui morì suo figlio Rostaino. Costui però ebbe maggiore successo del padre, perché dal 1292 fu nominato dal re "capitano di Napoli", titolo che gli garantiva la reggenza dei supremi tribunali del Regno. A lui si deve la costruzione del primo palazzo napoletano della famiglia.

Gli eredi di Rostaino

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Il castello Cantelmo di Alvito nei primi anni del XX secolo

Nel 1310, quando Rostaino morì, lasciò quattro figli, due maschi e due femmine: Giacomo II, Rostaino II, Giovannella e Cantelma/Guglielma. Essendo proprietario perlopiù di territori che un tempo furono dei d'Aquino, quasi ovunque circondati da proprietà monastiche, diocesane o prossimi allo Stato Pontificio, a Rostaino, per imporre il suo dominio, non restò che portare avanti una politica matrimoniale volta a rafforzare il prestigio e la ricchezza della propria famiglia e ad assicurarsi il sostegno politico degli antichi feudatari filo-svevi, specialmente nella potente famiglia degli Aquinati. Gli intenti dei francesi dovettero esser corrisposti dai nobili campani, visto il prestigio che i Cantelmo godevano presso la corte napoletana e le notevoli cariche burocratiche che rivestivano, così già dal XIV secolo si hanno importanti matrimoni fra le due famiglie, come quello tra Rostaino II e Margherita Agaldo di Corbano, vedova di Adenolfo d'Aquino, e fra Adenolfo III e Giovannella Cantelmo. Questi matrimoni furono di grande vantaggio per i nobili francesi, che così riuscirono ad espandere i loro possedimenti anche in Terra di Lavoro. L'ultima figlia di Rostaino II, Cantelma/Guglielma, fu data in moglie a Bertrando d'Artus, ma si rese celebre per essere diventata l'amante del re Roberto d'Angiò, la quale ebbe da questa relazione un figlio, Carlo, poi conte di Sant'Agata de' Goti. Fu una generazione felice, della quale emerse uno dei figli di Rostaino II, anch'egli così chiamato, ricordato per aver riedificato il castello di Alvito, distrutto da un terremoto, e che lascerà poi in eredità ad altri Cantelmo, non senza essersi meritato l'acquisto:

(LA)

«Iste fuit promissi cultor honesti, nec sibi, nec damnis parcens, nec sumptibus ullis.»

(IT)

«Egli, incurante della sua stessa salute, di danni e di spese personali, serbò a viso aperto la sua onesta promessa.»

recita un testo scritto in sua memoria, dove è elogiato per aver difeso nel castello alvitano il Regno di Napoli dall'aggressione ungherese condotta da Luigi I d'Ungheria.

Rostaino e Giacomo III

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Naturalmente l'allargamento delle due famiglie creò anche i primi dissapori da entrambe le parti. Rostaino, uno dei figli di Giacomo II, si diede presto da fare, ereditati i titoli nobiliari dal padre, per imporsi quale erede non solo delle proprietà familiari, ma anche della spregiudicatezza e della coatta voglia di conquista dei suoi avi. Alla fine del XIV secolo condusse una guerra contro i d'Aquino in Valcomino, che possedevano ricchi e produttivi fondi agrari, attaccando i castelli di Campoli, San Donato e Settefrati, allora feudi di Francesco e Berardo d'Aquino; l'esito della guerra fu favorevole per il francese, che appropriatosi delle città cominesi, per anni ne ricavò le rendite, da cui risulta nel 1382 vi avesse già guadagnato oltre mille once d'oro. L'usurpazione non dovette essere un'abile mossa politica: infatti fu motivo di scompiglio in tutta la Terra di Lavoro, dove prevaleva ancora l'autorità degli Aquinati, tant'è che la questione fu portata dalla famiglia campana alle udienze di re Carlo III, che mobilitò ad occuparsene la suprema corte di giustizia napoletana. L'esito fu che Rostaino dovette restituire le terre cominesi conquistate e subire varie confische da parte del sovrano, avvenimenti che lo indussero a rivoltarsi contro questi. In realtà non si sa bene se questo Rostaino fosse un figlio o un nipote di Giacomo II, poiché lungo l'albero genealogico della famiglia vi sono vari Cantelmo che portarono questo nome, ma se le interpretazioni storiografiche finora fornite hanno fatto correttamente luce sulla questione genealogica dei Cantelmo, si può ipotizzare concretamente che questi sia fratello di Giacomo III, celebre da parte sua per esser stato signore di Alvito e costruttore del palazzo ducale di Atina, nonché cameriere di Carlo III, e quindi figli entrambi di un tale Rostaino e nipoti di Giacomo II. Costui pose definitivamente fine ai suoi impeti tra il 1383 e il 1384, anni in cui si fa comprendere la data della sua morte senza eredi diretti.

Gli eredi di Giacomo III

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Giuseppe Cantelmo

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La famiglia si estinse nella linea maschile nel 1749 con la morte di Giuseppe Cantelmo, principe di Pettorano e duca di Popoli, figlio primogenito di Restaino[1].

La famiglia Cantelmo continuò nella linea femminile con Ippolita Cantelmo Stuart, zia di Giuseppe, la quale aveva sposato nel 1696 Vincenzo Maria Carafa, 6º principe di Roccella[1]. I discendenti della coppia assunsero il cognome Carafa-Cantelmo Stuart[1]. Un ulteriore ramo si originò invece da una sorella di Giuseppe, Camilla, sposatasi nel 1724 con Leonardo VII di Tocco, 4º principe di Montemiletto[1]. L'erede della coppia, Restaino di Tocco, ottenne la facoltà di aggiungere il cognome materno al proprio per sé e per i propri discendenti[1].

Albero genealogico

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Di seguito è riportato l'albero genealogico della famiglia Cantelmo dal capostipite Cantelmo (da cui prese il nome), vivente nel 1040, fino al 1630, secondo una ricostruzione del genealogista Carlo De Lellis[5]:

 Cantelmo[A 1]
 
 
 Cantelmo "Alfonso"[A 2]
 
  
 Rostaino[A 3]
...[A 4]
 
  
 Menappo[A 5]
Fanetta[A 6]
 
  
 Bertrando[A 7]
 Giacomo[A 10]
  
    
 Raimondo[A 8]
 Rostaino[A 11]
Berlingiero[A 12]
Franca[A 13]
  
     
 Folcona[A 9]
Giacomo[A 14]
 Rostaino[A 15]
Giovannella[A 16]
Cantelma/Guglielma[A 17]
  
        
 Giovanni[A 22]
Rostaino[A 23]
Berengario[A 24]
Guglielma[A 25]
?[A 26]
Rostaino[A 18]
Agoto[A 19]
Giacomo[A 20]
  
      
 Giacomo[A 27]
Rostaino[A 28]
Ceccarella[A 29]
Caterina[A 30]
Porzia[A 31]
 Antonio[A 21]
 
          
 Rostaino "Rostainuccio"[A 32]
 Berlingiero[A 33]
Giacomo[A 34]
Rita[A 35]
Caterina[A 36]
Antonella[A 37]
Ceccarella[A 38]
Giovanna[A 39]
Martuccia[A 40]
Beatrice[A 41]
  
     
 Giacomo[A 43]
Rostaino[A 44]
Antonio[A 45]
Giacomo[A 42]
Giovanni[A 130]
(illegittimo)
 
     
 Francesco[A 46]
Antonio[A 47]
Colantonio[A 48]
Tommasa[A 49]
Francesca[A 50]
 
   
 Nicolò[A 51]
 Onofrio Gaspare[A 52]
Isabella[A 53]
  
     
 Pietro Giovanni Paolo[A 54]
 Giovanni[A 55]
?[A 56]
Camilla[A 123]
 Antonio[A 85]
   
              
 Alfonso[A 57]
 Sigismondo[A 58]
Ferrante[A 59]
Vittoria[A 60]
Diana Maria[A 61]
Cornelia Camilla[A 62]
Rostaino[A 68]
Diana[A 69]
Porzia[A 70]
Laura[A 71]
 Onofrio[A 86]
Cesare[A 87]
Camillo[A 88]
Giovanna[A 89]
    
              
Francesco[A 63]
Stefania[A 64]
Maria[A 65]
Giovanna[A 66]
Ercole[A 67]
 Giovanni Giuseppe Bonaventura[A 72]
 Bartolomeo[A 73]
 Giacomo[A 74]
Porzia[A 75]
Brianna[A 76]
Giovanna[A 77]
Brianna Ippolita[A 78]
Francesco Antonio[A 90]
 Giovanni[A 91]
    
               
 Fabrizio[A 81]
Francesco[A 82]
Scipione[A 83]
Diana[A 84]
Berlingiero "Cantelmo"[A 79]
Maddalena[A 80]
Ottavio[A 93]
Giulio Cesare[A 94]
Ascanio[A 95]
Marzio[A 96]
Onofrio[A 97]
Maria[A 98]
Vittoria[A 99]
Giulia[A 100]
Francesco[A 92]
  
    
 Pompeo
(illegittimo)
 Fabrizio[A 101]
Felicia[A 102]
Caterina[A 103]
 
          
 Giuseppe[A 104]
Girolama[A 105]
Maria[A 106]
Francesco[A 107]
Isabella[A 108]
Ottavio[A 109]
Andrea[A 110][6]
Restaino[A 111]
Pietro Giovanni Paolo[A 112]
Giulio Cesare[A 113]
 
    
 Fabrizio[A 114]
Francesco[A 115]
Giovanni[A 116]
Simplicio[A 117]
 
     
 Giuseppe[A 118]
Camilla[A 119]
Giacomo[A 120]
Andrea[A 121]
Restaino[A 122][7]
  
      
 Beatrice[A 124]
Ippolita[A 125][8]
 Giuseppe[A 126]
Diana[A 127]
Giacomo[A 128]
Camilla[A 129]

I feudi della famiglia Cantelmo furono perlopiù collocati tra l'Abruzzo, il Molise e la parte di Terra di Lavoro che oggi ricade nel Lazio meridionale; si impadronì dei possedimenti dei feudatari filo-svevi dell'Abruzzo[3]: Acciano, Acquaviva, Alfedena, Bomba, Cagnano Amiterno, Campo di Giove, Casalbordino, Forca Palena, Montorio, Navelli, Pacentro, Pentima, Pettorano, Popoli, Prezza, Rivisondoli, Rocchetta e Vittorito. Successivamente al suo insediamento, grazie a dei matrimoni combinati che i membri fecero con i d'Aquino, che fino ad allora erano stati fra i signori più ricchi del Regno di Sicilia, riuscì ad acquisire diritti feudali su Alvito, Arpino ed Atina, durante il XIV secolo, e quindi su Sora[3]. La famiglia Cantelmo è di origine francese e oltralpe ha posseduto i feudi di Le Luc, Lunel e Trilly.

Membri principali

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Andrea Cantelmo nel ritratto contenuto nell'opera Vita di Andrea Cantelmo di Leonardo Di Capua, 1693

I Cantelmo di Ferrara

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Un ramo di Napoli della famiglia si insediò a Ferrara, dove alcuni esponenti, tra cui il militare e ambasciatore Sigismondo Cantelmo (1455-1519), furono, dal XV secolo, al servizio degli Estensi[9].

Annotazioni
  1. ^ Capostipite della famiglia, che da lui prese il cognome. Si sposò con Stefania ?.
  2. ^ Si sposò con Dolce di Flassans.
  3. ^ Fu signore di Luc e Trilly, in Provenza, e si sposò con Stefanetta del Balzo.
  4. ^ Altri figli avuti da Cantelmo Cantelmo, detto "Alfonso", e da Dolce di Flassans, la cui identità è ignota.
  5. ^ Dalla Francia si trasferì in Italia al seguito del re Carlo I d'Angiò. Fu conte di Alvito e si sposò con Sibilla di Sabrano.
  6. ^ Nota poetessa e dama di corte del suo tempo.
  7. ^ Ignota è l'identità di sua moglie.
  8. ^ Ignota è l'identità di sua moglie.
  9. ^ Sposò Guglielmo di Montelauro.
  10. ^ Fu 1º signore di Popoli. Ignota è l'identità di sua moglie.
  11. ^ Fu 2º signore di Popoli e senatore di Roma. Ignota è l'identità della sua prima moglie; la sua seconda moglie fu Margherita di San Liceto.
  12. ^ Di lui si hanno scarse notizie.
  13. ^ Si sposò con Raimondo del Balzo.
  14. ^ Fu 3º signore di Popoli e si sposò con Filippa di Reale.
  15. ^ Sposò Margherita di Corbano.
  16. ^ Si sposò con Adenolfo d'Aquino.
  17. ^ Si sposò prima con Bertrando d'Artus e poi con Tommaso di Procida.
  18. ^ Fu signore di Pettorano e si sposò con Gemma di Raiano, da cui non ebbe figli.
  19. ^ Morì in giovane età senza essersi sposato ed aver avuto figli.
  20. ^ Fu signore di Albarone, in Provenza, e si sposò con Giovanna di Capua.
  21. ^ Fu barone di Atenna. Morì senza aver avuto una propria discendenza.
  22. ^ Fu 1º conte di Bovino e 4º signore di Popoli. Si sposò con Angela "Angelella" Stendardo, da cui non ebbe figli.
  23. ^ Fu 2º conte di Bovino e 5º signore di Popoli. Si sposò con Tommasa di Raiano.
  24. ^ Di lui non si ha alcuna notizia.
  25. ^ Si sposò con Enrico della Leonessa.
  26. ^ Ultima componente della prole di Giacomo Cantelmo e di Filippa di Reale, il cui nome non ci è pervenuto. Si sposò con Enrico Ruffo.
  27. ^ Fu 6º signore di Popoli. L'identità della sua moglie è ignota.
  28. ^ Di lui non si ha alcuna notizia.
  29. ^ Si sposò con Antonio Acquaviva.
  30. ^ Si sposò con Berteraimo di Rillano.
  31. ^ Si sposò con Matteo Del Tufo.
  32. ^ Fu 7º signore di Popoli e si sposò con Giovanna Ruffo.
  33. ^ Fu 1º conte d'Arce e gran camerlengo del Regno di Napoli. Si sposò con Maria Caldora.
  34. ^ Fu conte di Alvito.
  35. ^ Si sposò con Giovanni Antonio Caldora.
  36. ^ Si sposò con Guglielmo di Tocco.
  37. ^ Si sposò prima con Adenolfo d'Aquino e poi con Simone di Sangro.
  38. ^ Si sposò con Giacomo Carafa.
  39. ^ Di lei si hanno scarse notizie.
  40. ^ Di lei si hanno scarse notizie.
  41. ^ Si sposò con Giovanni Paolo Caldora.
  42. ^ Fu 2º conte d'Arce e gran camerlengo del Regno di Napoli. Morì senza aver avuto una propria discendenza.
  43. ^ Fu conte di Alvito e il 1º conte di Popoli. Si sposò con Isabella d'Aquino.
  44. ^ Fu conte di Campagna e senatore di Roma. Morì senza aver avuto una propria discendenza.
  45. ^ Si sposò con Maria Caldora.
  46. ^ Fu 2º conte di Popoli. Si sposò prima con Veritella "Carafa" Caracciolo e poi con Maria di Capua. Da entrambe non procreò alcun figlio.
  47. ^ Fu 2º conte di Alvito, 3º conte d'Arce e 3º conte di Popoli. Si sposò prima nel 1400 con Angelella Marzano e poi con Brancia Da Varano.
  48. ^ Di lui si hanno scarse notizie.
  49. ^ Si sposò con Isuardo Ponteuez.
  50. ^ Si sposò prima con Berardo da Celano e poi con Pietro Paolo dell'Aquila.
  51. ^ Fu 1º duca di Sora, 3º conte di Alvito, 3º conte d'Arce e 4º conte di Popoli. Si sposò con Antonella da Celano.
  52. ^ Fu signore di Pettorano. Si sposò con Lucrezia Caracciolo.
  53. ^ Di lei si hanno scarse notizie.
  54. ^ Fu 1º duca di Alvito, 2º duca di Sora e 5º conte di Popoli. Si sposò con Caterina del Balzo.
  55. ^ Fu 4º conte di Alvito e 6º conte di Popoli. Si sposò con Giovannella Gaetani.
  56. ^ Figlia di Nicolò Cantelmo e di Antonella da Celano, il cui nome non ci è pervenuto, si sposò con un membro della famiglia d'Este.
  57. ^ Fu conte di Ortona e si sposò con Brianna De Castro.
  58. ^ Fu 4º duca di Sora e si sposò con Margherita Maloselli.
  59. ^ Di lui si hanno scarse notizie.
  60. ^ Si sposò con Galeotto Carafa.
  61. ^ Si sposò con Leonardo Caracciolo.
  62. ^ Si sposò con Berlingiero Caldora.
  63. ^ Fu conte di Ortona e si sposò con Giovanna Cantelmo, figlia di Rostaino, da cui non ebbe figli.
  64. ^ Di lei si hanno scarse notizie.
  65. ^ Di lei si hanno scarse notizie.
  66. ^ Si fece monaca. Di lei si hanno scarse notizie.
  67. ^ Morì in giovane età senza essersi sposato ed aver avuto figli.
  68. ^ Fu 7º conte di Popoli. Si sposò prima con Diana Camponeschi e poi con Giovannella Carafa.
  69. ^ Si sposò con Antonio d'Annecchino.
  70. ^ Si sposò prima con Carlo Carafa e poi con Fabrizio Marramaldo.
  71. ^ Si sposò con Giovanni Mareri.
  72. ^ Fu 1º duca di Popoli e conte di Ortona e Pescosansonesco. Si sposò con Porzia Colonna.
  73. ^ Si sposò con Caterina Sanfelice.
  74. ^ Fu signore di Acquaviva. Ignota è l'identità della sua moglie.
  75. ^ Di lei non si hanno notizie.
  76. ^ Si sposò prima con Francesco Torelli e poi con Giulio Carafa.
  77. ^ Si sposò con Francesco Cantelmo, figlio di Alfonso.
  78. ^ Si sposò con Francesco Gaetani.
  79. ^ Fu signore di Acquaviva.
  80. ^ Si sposò con Antonio Angelo di Bifero.
  81. ^ Si sposò con Caterina Caracciolo, da cui non ebbe figli.
  82. ^ Si sposò con Giulia de' Medici.
  83. ^ Di lui si hanno scarse notizie.
  84. ^ Si sposò con Orazio Carafa.
  85. ^ Si sposò prima con Margherita Pandone e poi con Paola Acquaviva d'Aragona.
  86. ^ Si sposò con Giovanna d'Ayerbo d'Aragona.
  87. ^ Fu ambasciatore a Roma.
  88. ^ Di lui si hanno scarse notizie.
  89. ^ Si sposò con Girolamo di Lagnì.
  90. ^ Si sposò con Camilla Muscettola.
  91. ^ Si sposò con Giulia Piscicelli.
  92. ^ Di lui si hanno scarse notizie.
  93. ^ Fu 3º duca di Popoli e si sposò con Girolama Castigliar.
  94. ^ Fu 2º duca di Popoli. Si sposò con Ortensia Mareri, da cui non ebbe figli.
  95. ^ Morì senza essersi sposato ed aver avuto figli.
  96. ^ Di lui si hanno scarse notizie.
  97. ^ Di lui si hanno scarse notizie.
  98. ^ Si sposò con Alfonso Pagano.
  99. ^ Si sposò con Domenico Della Calce.
  100. ^ Si sposò con Pietro Antonio Castigliar.
  101. ^ Fu 4º duca di Popoli. Si sposò prima con Clemenza Pinelli e poi con Laura d'Evoli.
  102. ^ Si sposò con Ettore Caracciolo.
  103. ^ Di lei non si ha alcuna notizia.
  104. ^ Nato dal primo matrimonio. Fu 5º duca di Popoli e si sposò con Camilla Gaetani.
  105. ^ Nata dal primo matrimonio. Di lei si hanno scarse notizie.
  106. ^ Nata dal primo matrimonio. Di lei si hanno scarse notizie.
  107. ^ Nato dal secondo matrimonio. Di lui si hanno scarse notizie.
  108. ^ Nata dal secondo matrimonio. Di lei si hanno scarse notizie.
  109. ^ Nato dal secondo matrimonio. Di lui si hanno scarse notizie.
  110. ^ Nato dal secondo matrimonio. Fu capitano generale per sua Maestà Cattolica in Fiandra e in Catalogna.
  111. ^ Nato dal secondo matrimonio. Di lui si hanno scarse notizie.
  112. ^ Nato dal secondo matrimonio. Si fece prete.
  113. ^ Nato dal secondo matrimonio. Morì fanciullo.
  114. ^ Fu 1º principe di Pettorano e 6º duca di Popoli. Si sposò con Beatrice Brancia.
  115. ^ Di lui si hanno scarse notizie.
  116. ^ Di lui si hanno scarse notizie.
  117. ^ Si fece frate benedettino.
  118. ^ Fu 2º principe di Pettorano e 7º duca di Popoli. Sposò Diana Gaetani dell'Aquila d'Aragona.
  119. ^ Di lei si hanno scarse notizie.
  120. ^ Fu cardinale e arcivescovo metropolita di Napoli.
  121. ^ Di lui si hanno scarse notizie.
  122. ^ Fu 3º principe di Pettorano e 8º duca di Popoli. Cavaliere dell'Ordine dello Spirito Santo, dell'Ordine del Toson d'oro e dell'Ordine di Santiago. Si sposò con Beatrice Cantelmo, figlia di Giuseppe.
  123. ^ Si sposò nel 1455 con Odoardo Camponeschi.
  124. ^ Si sposò con Restaino Cantelmo, figlio di Fabrizio.
  125. ^ Si sposò con Vincenzo Maria Carafa.
  126. ^ Fu 4º principe di Pettorano e 9º duca di Popoli. Si sposò con Catherine-Berthe de Boufflers. Morì senza discendenti, determinando l'estinzione dei Cantelmo nella linea maschile.
  127. ^ Si fece monaca.
  128. ^ Si fece prete.
  129. ^ Si sposò con Leonardo di Tocco.
  130. ^ Fu signore di Colledimezzo.
Riferimenti
  1. ^ a b c d e f g Candida Gonzaga (1875), p. 156.
  2. ^ Enciclopedia Italiana; Nobili-napoletani.it.
  3. ^ a b c Santoro (1908), pp. 48-49.
  4. ^ Colarossi-Mancini (2007), pp. 66-67.
  5. ^ De Lellis (1654), pp. 101-151.
  6. ^ Güell Junkert, in DBE.
  7. ^ Sánchez Martín, in DBE.
  8. ^ Vico (1992), pp. 170-171.
  9. ^ Ascari (1975), in DBI; Crollalanza (1886)passim.
Riferimenti
Approfondimenti
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  • Scipione Ammirato, Delle famiglie nobili napoletane, vol. 2, Firenze, Amadore Massi da Forlì, 1651, ISBN non esistente.
  • Luigi Contarino, La nobiltà di Napoli in dialogo, Napoli, Giuseppe Cacchi, 1569, ISBN non esistente.
  • Pompeo Litta, Cantelmi di Napoli, in Famiglie celebri italiane, Napoli, Giulio Ferrario, 1832, ISBN non esistente.
  • Scipione Mazzella, Descrittione del Regno di Napoli, Napoli, Giovanni Battista Cappello, 1601, ISBN non esistente.
  • (LA) Carlo Maria de Raho, Peplus Neapolitanus, vol. 1, Napoli, Felice Mosca, 1710, ISBN non esistente.
  • (FR) Jean-Baptiste de Soliers, Naples françoise ou les eloges généalogiques et historiques des Princes du Royaume de Naples affectionnés a la Couronne de France, Parigi, Chez Martin, 1663, ISBN non esistente.
  • Leone Tettoni e Francesco Saladini, Teatro araldico, ovvero Raccolta generale delle armi ed insegne gentilizie delle più illustri e nobili casate che esisterono un tempo e che tuttora fioriscono in tutta l'Italia, vol. 4, Lodi, Claudio Wilmant, 1844, ISBN non esistente.
  • Pietro Vincenti, Historia della famiglia Cantelma, Napoli, Giovanni Battista Sottile, 1604, ISBN non esistente.
  • Francesco Zucchi, Origine della famiglia Cantelma et il fivme Gizzo, Napoli, Ettore Cicconio, 1653, ISBN non esistente.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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