Conclave del 1471
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Papa Sisto IV | |||
Durata | Dal 6 agosto al 9 agosto 1471 | ||
Luogo | Palazzo Apostolico, Roma | ||
Partecipanti | 18 (7 assenti) | ||
Decano | Guillaume d'Estouteville | ||
Protodiacono | Roderic Llançol de Borja | ||
Eletto | Sisto IV (Francesco Della Rovere) | ||
Il conclave del 1471 (dal 6 al 9 agosto 1471) venne convocato a seguito della morte di papa Paolo II avvenuta il 26 luglio dello stesso anno e si concluse con l'elezione del cardinale Francesco Della Rovere, che assunse il nome di Sisto IV.
Situazione generale
[modifica | modifica wikitesto]A eccezione dei conclavi dello Scisma d'Occidente, questo fu il primo dopo il 1305 a disporre di un sistema funzionante con i due terzi della maggioranza costituita da cardinali italiani, a causa dell'assenza di sei cardinali stranieri. Questo fu dovuto in parte alla morte imprevista di papa Paolo II.
Le due principali fazioni furono quella del cardinale Guillaume d'Estouteville e di Latino Orsini. Quella di Orsini, in particolare, ottenne una grande vittoria preconclave riuscendo a convincere il resto del Collegio Cardinalizio a escludere i cardinali in pectore creati da papa Paolo II, in esplicito contrasto con l'ultimo volere e testamento del precedente pontefice. A questi cardinali in pectore sarà permesso in seguito di partecipare al Conclave del 1492. Paolo II creò al massimo otto cardinali segreti, di cui almeno cinque erano viventi al momento del conclave: Pedro Ferriz, Pietro Foscari, Giovanni Battista Savelli, Ferry de Clugny e János Vitéz.
La capitolazione fu redatta all'inizio del conclave, ma contrariamente al solito non conteneva esplicite limitazioni al potere papale, eccetto per la continuazione della crociata contro i Turchi. Le fazioni citate sopra possono essere chiamate più specificamente dei Pieschi (in riferimento ai cardinali creati da Pio II) e dei Paoleschi (in riferimento ai cardinali creati da Paolo II).
Come nel conclavi precedenti, Basilio Bessarione emerse come il favorito della prima ora, con sei voti nella seconda giornata grazie a: d'Estouteville, Filippo Calandrini, Angelo Capranica, Jacopo Ammannati Piccolomini, Oliviero Carafa e Marco Barbo. Nella stessa votazione d'Estouteville ricevette tre voti di Bessarione, Francesco Gonzaga e Teodoro Palelogo, come pure Niccolò Fortiguerra ne ricevette tre da Orsini, Berardo Eroli, e Amico Agnifili. I restanti sei voti furono assegnati a Orsini da Francesco della Rovere e Giovanni Michiel, a Bartolomeo Roverella da Rodrigo Borgia e Giovanni Battista Zeno, a Eroli da Fortiguerra, a Calandrini da Roverella. Le antiche argomentazioni contro Bessarione, ovvero sulla nazionalità non italiana, prevalsero e furono appesantite da un probabile dissenso dei principi di Francia.
I preferiti degli scrutini seguenti furono, in ordine cronologico, Calandrini, Fortiguerra e Roverella. Il preciso conteggio dei voti è conosciuto grazie alle note di Nicodemo da Pontremoli, mandato dal Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, all'epoca residente presso l'Archivio dello Stato di Milano.
Tra i candidati favoriti dal Duca di Milano v'erano d'Estouteville, Capranica, Gonzaga, della Rovere, Agnifili e Ammannati Piccolomini. Tra questi il Duca Sforza ritenne della Rovere il più indicato. Così i cardinali Gonzaga e Borgia fecero pressione in favore di Della Rovere dietro le quinte votando, con la volontà di mascherare le loro reali intenzioni, a favore di altri candidati fino all'accessus finale della mattina del 9 agosto, quando cambiarono il loro voto insieme ai cardinali d'Esotuteville e Barbo in favore di Della Rovere.
Nello scrutinio precedente i cardinali "Paoleschi" che votarono della Rovere furono Paleologo, Zeno, Michiel, Agnifili mentre i cardinali "Pieschi" furono Roverella e Fortiguerra. Della Rovere ricevette anche i voti di Bessarione, Calandrini e Orsini. I restanti cardinali votarono come di seguito: Gonzaga per Borgia, Borgia per Roverella, della Rovere per Agnifili, Barbo per Eroli, Ammannati Piccolomini e Capranica per Calandrini, d'Estouteville per Gonzaga, Eroli e Carafa per Roverella.
Nell'accessus finale, come detto, Borgia e Gonzaga cambiarono in favore di Della Rovere e pure d'Estouteville e Barbo fecero allo stesso modo. Della Rovere fu così eletto pontefice con il voto di 13 cardinali. Contrariamente alla tradizione rinascimentale, i cinque cardinali che dettero due voti a Calandrini, due a Roverella e uno ad Agnifili, non utilizzarono l'ultimo accessus per rendere l'elezione unanime.
Collegio cardinalizio all'epoca del conclave
[modifica | modifica wikitesto]Presenti in conclave
[modifica | modifica wikitesto]Assenti in conclave
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- F. A. Burkle-Young, The election of Pope Sixtus IV (1471), 1998.
- T. A. Trollope, The papal conclaves, as they were and as they are, 1876, p. 156.
- M. Creighton, A history of the papacy during the period of the Reformation, 1887, p. 56.